Pronovias Second Life: nuova vita al tuo abito da sposa

Seconda vita al vostro abito da sposa? Da oggi è possibile! Attraverso il progetto “Second Life” promosso da Pronovias , azienda leader nel settore Bridal, le spose di tutto il mondo potranno fare una scelta etica, ecologica e sostenibile anche nel giorno del proprio matrimonio.
Basterà scegliere tra una selezione di oltre 70 abiti contrassegnati dal cartellino “Second Life” e dopo il matrimonio, si potrà tornare in Atelier per far trasformare, gratuitamente, il nostro abito in un capo prêt-à-porter, per un look completamente nuovo.
Come si legge nell’articolo: “L’abito potrà essere trasformato modificando la lunghezza della gonna, eliminando le maniche e aggiungendo cinture, fasce e altri dettagli…”.
Future spose… non perdetevi questo articolo di Grazia per scoprire tutti i dettagli di questa straordinaria iniziativa!

Da acquisto one shot, l’abito da sposa potrà finalmente avere una seconda vita ed essere indossato numerose volte e in qualsiasi occasione.

Gruppo Pronovias

Si tratta di una novità assoluta. Un progetto speciale di moda circolare per trasformare l’abito da sposa in un capo prêt-à-porter, per un “sì” sempre più green.

L’idea è venuta al Gruppo Pronovias, leader nel settore del luxury bridal e già pioniere di attività e progetti tesi al riuso e al riciclo. 

Con il progetto «Second Life», sviluppato in collaborazione con Nicole Milano le spose di tutto il mondo potranno compiere una scelta sostenibile, etica ed ecologica, anche nel giorno del loro matrimonio.

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Potranno infatti scegliere tra una selezione di più di 70 abiti contrassegnati dal cartellino Second Life, disponibili nei negozi di tutto il mondo e dopo il matrimonio tornare in atelier per trasformare l’abito in Occasion Wear.

La selezione di abiti da sposa è stata ridisegnata da Alessandra Rinaudo – Chief Creative Director di Pronovias – e Nicole Cavallo – Creative Director di Nicole Milano. 

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Il numero di abiti è destinato a crescere in ogni nuova collezione dei brand. Le spose che sceglieranno un abito Second Life potranno portare l’abito in atelier dopo il matrimonio e chiederne la trasformazione sartoriale gratuitamente. L’abito potrà essere trasformato modificando la lunghezza della gonna, eliminando le maniche e aggiungendo cinture, fasce e altri dettagli per creare un look totalmente nuovo. 

I look “Second Life” sono ispirati a quattro stili diversi: romantico, country- boho, elegante e party. 

Il progetto è sostenuto da sette influencers che sui loro profili suggeriscono i migliori abbinamenti per un total look dopo la trasformazione dell’abito: sono Iera González in Spagna, Arianna Cirrincione e Cristina Musacchio in Italia, Julia Mateian e Alexandra Zimny in Francia, Julia Friedman in USA e Iga Wyzoka nel Regno Unito. 

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Il progetto Second Life è un’iniziativa che si aggiunge al programma di impegno di Pronovias Group che sostiene già da alcuni anni numerosi progetti per migliorare gli standard sostenibili nell’industria della moda sposa.

Tra questi, #WeDoEco, una scelta di abiti realizzati con tessuti e materiali ecologici al 100% e in alcuni casi prodotti localmente, riducendo notevolmente le emissioni di carbonio.

#MyDressxHerFuture Pronovias Group a sostegno di Brides do Good in Europa e Brides for a Cause negli Stati Uniti, due organizzazioni non-profit che supportano donne in situazioni di difficoltà attraverso programmi di sostegno sociale. #MyDressxHerFuture, grazie al quale la sposa può donare il suo abito da sposa che verrà rivenduto dalle Associazioni a supporto dei progetti di sostegno. E ancora, la partnership con RECOVO, una piattaforma che promuove il riciclo del tessuto in eccedenza per ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti tessili, convertendoli in materie prime per altre Aziende. E il programma Global Compact delle Nazioni Unite, di cui il Gruppo Provinas fa parte insieme con altri Gruppi del lusso come LVMH e Kering, per creare un mondo migliore, tenendo il proprio business responsabile in termini di diritti umani, lavoro, impatto sociale, ambiente e pratiche anticorruzione. 

Fonte: GRAZIA